top of page
Cerca
Beatrice Grifoni

Immagini – SIAE – Diritto di Sfruttamento

(English translation below)

Questa è un’immagine tratta dall’account IG di Repubblica oggi:






Nel leggere ed investigare su questa questione, mi sono posta una domanda: in un mondo sempre più rappresentato da immagini e per immagini, è forse arrivato il momento di regolamentare differentemente lo sfruttamento dei diritti di immagine?

Sicuramente è interessante cercare una risposta a questa domanda, partendo da un angolazione particolare, l’utilizzo delle immagini (dal catalogo OLAF SIAE) da parte di organi di informazione.

La SIAE, a partire dal 2022, ha iniziato ad interpretare differentemente gli artt. 65 e 70  della Legge sul Diritto d’Autore (L. 633/1941), ritenendo di essere legittimata a chiedere compensi per la pubblicazione, da parte di riviste di arte reperebili anche online, di immagini di opere d’arte contestualizzate negli articoli delle stessa poiché il loro contenuto- in modalità digitale -  rimane fruibile oltre i tempi degli eventi recensiti e perderebbe pertanto i requisiti dell’attualità.

In un’intervista a Arttribune, del 19 marzo 2024, Stefania Caponetti ha spiegato: “Non c’è un senso “profondo”, come dire nascosto, è l’applicazione di leggi che non nascono per penalizzare i giornali ma per tutelare gli artisti. La legge sul diritto d’autore, nella formulazione dell’art. 65, non fornisce indicazioni quantitative, ma offre elementi da cui poter trarre una linea interpretativa che suggerisce l’utilizzo di un numero contenuto di immagini. Dice infatti che “la riproduzione […] è consentita ai fini dell’esercizio del diritto di cronaca e nei limiti dello scopo informativo”. La parola “limiti” usata dal legislatore in rapporto allo scopo informativo suggerisce un ragionevole contenimento nell’uso delle opere protette, limitato all’esercizio del diritto di cronaca e alla circolazione delle informazioni. L’utilizzazione liberalizzata è quindi quella “funzionale” a informare circa un avvenimento di attualità. Gli articoli di cronaca o di attualità sono, di norma, elaborati brevi, e non necessitano di un ricco corredo fotografico, che al contrario, può essere utile per articoli di complessità superiore, che assumono la connotazione di veri e propri “saggi” o “studi”.  (fonte: https://www.artribune.com/editoria/2024/03/intervista-stefania-caponetti-siae/).

Tale impostazione ha portato SIAE a chiedere alle riviste, ai giornali ed i periodici, consultabili anche online, il pagamento di diritti di riproduzione per importi che variano tra variano da 580 a 1.800 euro per singola uscita.

Al contrario “finora, bastava appellarsi al diritto di cronaca, accompagnare meticolosamente ogni immagine con didascalie chilometriche, pur di riportare ogni possibile credito fotografico, ogni gentile concessione da parte dell'autore dello scatto, dell'autore dell'opera, delle istituzioni che la esponevano.” (fonte: https://www.italiaoggi.it/news/la-siae-dopo-aver-preso-di-mira-le-gallerie-d-arte-se-la-prende-adesso-anche-con-le-riviste-d-arte-2571752 - p. 12 del 29.07.2022).

Su tale tema, il Senatore Nencini (PSI), con Interrogazione a risposta scritta n. 4/07286 (20 luglio 2022) al Ministero dell’Economia e Delle Finanze, ha esplicitato: “[…] è emerso che la società [SIAE, nda] avrebbe chiesto ad aziende operanti nel settore dell'editoria d'arte la corresponsione, peraltro non quantificata monetariamente, di diritti di riproduzione per opere di autori pubblicate a corredo di recensioni delle rispettive mostre;

le immagini, per le quali sono stati chiesti i diritti di riproduzione, erano state fornite alle aziende dai relativi uffici stampa con lo scopo preciso di divulgazione giornalistica;

in sede di contestazione da parte delle aziende operanti nel settore del proprio diritto di cronaca, la SIAE motivava la richiesta, sostenendo che, essendo la pubblicazione in vendita nel sito anche in modalità digitale, rimane fruibile oltre i tempi degli eventi recensiti e perderebbe pertanto i requisiti dell'attualità;

inoltre sono state inviate dalla SIAE "proposte di pagamento" ad alcuni inserzionisti della rivista per

la pubblicazione di opere di artisti iscritti alla società stessa, per importi che variano da 580 a 1.800 euro per singola uscita;

sono state conteggiate "penali" già nel corso della prima richiesta ed è stata aggiunta una maggiorazione del 400 per cento per via della versione digitale;

nella stessa missiva presentata inizialmente sotto forma di "proposta", comparirebbe in calce l'intimazione perentoria di adempiere al pagamento entro una settimana dalla data di ricezione;

i toni e modi utilizzati dalla società erano, a detta delle aziende del settore, intimidatori, offensivi, comprensivi di minacce penali;

considerato che, a quanto risulta all'interrogante:

le richieste di corresponsione di diritti autore da parte della SIAE come appena descritte, non risultano essere pervenute in precedenza;

tale comportamento messo in atto dall'agenzia SIAE potrebbe pregiudicare il proseguimento delle attività di molte aziende del settore rischiando di fatto di portarle alla chiusura,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non ritenga di approfondire le motivazioni e la fondatezza delle richieste poste in essere dalla società SIAE nei confronti delle aziende operanti nel settore dell'editoria d'arte.” (Fonte: https://aic.camera.it/aic/scheda.html?core=aic&numero=4/00629&ramo=S&leg=18)

Su tale interrogazione SIAE ha voluto “sottolineare che Siae deve sempre più spesso confrontarsi con un utilizzo spregiudicato delle opere appartenenti al repertorio in commento. E sempre più di frequente, Siae è costretta ad assistere ad iniziative a carattere chiaramente commerciale (incluso lo scopo pubblicitario) per le quali viene strumentalmente ed erroneamente invocato il diritto di divulgazione giornalistica che ha, invece, ben diverse caratteristiche, tutte sancite dalla legge sul diritto d’autore e non sussistenti nei casi di cui si discute”.

Ha altresì replicato affermando di agire “sulla base di uno specifico tariffario fissato dagli aventi diritto che risulta costantemente disponibile sul sito istituzionale di SIAE stessa”. SIAE chiarisce, quindi, che “è dunque da escludere con certezza assoluta che possano essere state inviate richieste non quantificate monetariamente o (peggio) maggiorazioni del 400 per cento per la presenza di riproduzioni in versione digitale di opere appartenenti alle arti figurative (o pubblicazioni di cataloghi o pubblicità di mostre)”.

Parimenti è da escludere che SIAE imponga penali immediate in caso di ritardo nel pagamento del diritto d’autore, benché un tale pagamento debba dirsi giuridicamente scaduto nel momento stesso dell’utilizzazione. In un simile quadro, SIAE deve anche respingere con fermezza assoluta la circostanza secondo la quale propri uffici possano avere utilizzato toni ‘intimidatori, offensivi, comprensivi di minacce penali”.

SIAE ha anche precisato “deve sempre più spesso confrontarsi con un utilizzo spregiudicato delle opere appartenenti al repertorio in commento. E sempre più di frequente, SIAE è costretta ad assistere ad iniziative a carattere chiaramente commerciale (incluso lo scopo pubblicitario) per le quali viene strumentalmente ed erroneamente invocato il diritto di divulgazione giornalistica che ha, invece, ben diverse caratteristiche, tutte sancite dalla legge sul diritto d’autore e non sussistenti nei casi di cui si discute. Prova ne è, anzi, che, proprio nei casi che hanno dato luogo alle polemiche apparentemente riprese dalle dichiarazioni del senatore Nencini, le imprese coinvolte avevano in realtà concordato tra di loro, e per iscritto, quale tra esse avesse l’onere di versare il diritto d’autore (sacrosanto) a SIAE”.

Si tratta dunque di casi chiaramente strumentalizzati che SIAE è in grado di smentire documentalmente, capovolgendo qualunque malevola interpretazione. In conclusione, SIAE ritiene di essere nel giusto, perché sempre e solo mossa dall’unico obiettivo di garantire il doveroso riconoscimento dei diritti d’autore in favore di chi, di arte, ‘vive’”. (fonte: https://notiziario.uspi.it/editoria-dellarte-siae-replica-sui-diritti-richiesti-per-le-immagini/)

Coerentemente con la propria posizione SIAE ha perseverato nella richiesta di pagamento dei diritti di sfruttamento.

Esemplificativamente, SIAE ha notificato atto di precetto a AW ArtMag per ottenere il pagamento delle somme – ad avviso di SIAE – dovute per l’utilizzo a scopo commerciale, nell’accezione evidenziata sopra, di immagini di opere d’arte.

AW ArtM si è opposta a precetto e, con sentenza n. 633/2023, il Giudice di Pace di Lucca le ha dato ragione:

Vi è che la condotta tenuta da parte attrice non integra la violazione del diritto di riproduzione di opere d’arte rilevato che non è l’effettivo utilizzatore delle opere di arte e non ne ha tratto profitto”.

“La rivista AW ArtMag è una rivista di arte che si occupa di recensire mostre ed eventi nazionali. È dunque opera d’ingegno e dunque tutelata dall’art. 1 della Legge sul Diritto d’Autore”.

“Vi è poi che effettivamente la replicazione dell’opera per il formato non può servire alla riproduzione”.

Di fatto, però, ad oggi, tale sentenza è l’unica nel suo genere. SIAE mantiene la propria interpretazione degli artt. 65 e 70 lda e chiede agli organi si stampa di procedere a fare richiesta, ottenere autorizzazione e corrispondere importo per l’utilizzo di immagini.

“Un esempio fra tanti: per corredare la recensione dell’attuale mostra di Giorgio Morandi a Palazzo reale a Milano, una sola fotografia è libera. Come se la restrizione non fosse già un danno a discapito di una accurata divulgazione culturale, bisogna comunque richiedere l’autorizzazione all’uso anche per l’immagine gratuita. La risposta arriva in media dopo 15, 30 giorni - tempi assolutamente incompatibili con l’esigenza di far coincidere informazione e attualità.” (fonte: https://www.awartmag.com/it/articolo/editoriale/bandiera-bianca-non-ci-pensiamo-proprio-luragano-siae-mette-ginocchio-lintero).

E’ proprio di questi giorni la dichiarazione del presidente SIAE, Salvatore Nastasi, che ha ulteriormente irritato gli animi. Questi infatti ha, dal suo punto di vista, fatto importante concessione ampliando il concetto di “limiti dello scopo informativo” e affermando che SIAE sarebbe stata disponibile a concedere alle pubblicazioni “Quattro immagini gratis per ogni articolo di cronaca, su carta o online”.

Due sono le principali contestazioni a SIAE. Da una parte  gli editori contestano l’interpretazione data da SIAE alle norme della lda e affermano con forza che il diritto di cronaca e all’informazione prevale sul diritto di autore, garantendo la gratuità per lo sfruttamento editoriale delle immagini e dall’altra le tempistiche connaturate alla richiesta e conseguente autorizzazione alla cessione.

Questi due temi sono cruciali non solo nel mondo dell’informazione, ma in tutti gli ambiti nei quali si voglia fare uso di immagini.

Sicuramente la grande incertezza sul se e quando si possa ottenere un’autorizzazione all’uso e sul quantum si debba pagare una volta ottenuta creano apprensione in qualsiasi ambito creativo.

Fondamentalmente – oggi – gli editori si trovano nelle medesime condizioni di qualsiasi altra azienda commerciale che voglia far uso di immagini che rientrino nel repertorio di tutela SIAE.

Questa circostanza potrebbe finalmente far riflettere sul mondo delle immagini a 360°.

Come detto in premessa, ormai viviamo di immagini, sia offline sia online.

Fintanto che il web ed i social hanno occupato un posto marginale, solo pochi si sono dovuti occupare della regolamentazione sia in termini economici sia in termini approvativi dello sfruttamento di immagini su strumenti che tendenzialmente trattengono all’infinito l’immagine.

Oggi la diffusione avviene principalmente online e qualsiasi informazione deve essere rapida, veloce, intuitiva, capace di cogliere l’attenzione. E le immagini sono esattamente questo: metodo di comunicazione immediato, captivating, semplice ma auto-esplicativo e capace di interiorizzazione. E’ il miglior mezzo per comunicare intimamente con qualsiasi persona. Tutti vedono l’immagine ma ciascun fruitore ne trae una propria interpretazione personale.

E la potenza delle immagini è incontestabile. Proprio in questi giorni sta battendo qualsiasi record di condivisione un’immagine “All Eyes on Rafah”, creata con l’AI. Un’immagine, centinaia di significati, milioni di condivisioni.

SIAE ha semplicemente colto la potenza delle immagini del suo catalogo OLAF e ne vuole fruttare appieno le potenzialità.

Già da tempo esistono calcolatori che permettono di quantificare dei diritti di sfruttamento delle immagini:

1)        In Germania https://bvpa.org/mfm/;

Se, da una parte, la creazione di calcolatori per lo sfruttamento economico delle immagini ha perfettamente senso, dall’altra vi sono nuovi modi di monetizzare sulle immagini: forse sono ancora poco conosciute, ma si stanno moltiplicando velocemente le società che procedono al detecting online delle immagini con conseguente invio di lettere di contestazione a siti o social di persone o società che usano senza autorizzazione le immagini.

Esemplificativamente:

Contro tale pratica si è già pronunciata l’AgCOM con Provvedimento n. 30304 Ps12170 - Avv. Fechner - Photoclaim - Risarcimento Danni Per Fotografie Online.

L’AgCOM ha determinato, nel caso di specie, la violazione degli artt. 20 comma 2, 24 e 25 del Codice del Consumo “in quanto [la condotta era da considerarsi] contraria alla diligenza professionale e idonea a limitare considerevolmente la libertà di scelta delle micro -imprese italiane destinatarie di richieste di pagamento per asserite violazioni on line dei diritti d’autore sulle fotografie”.

La condotta si era concretizzata nell’invio, per conto di Photoclaim, a micro-imprese italiane pressanti richieste di pagamento di somme asseritamente dovute per le violazioni dei diritti d’autore on line contestate, proponendo nel contempo l’adesione a una proposta transattiva contenente clausole particolarmente onerose. In tali comunicazioni si rappresentava inoltre che, in caso di mancata adesione alla proposta, le micro-imprese sarebbero state citate davanti alla giustizia tedesca con costi complessivi presumibilmente molto più alti, quantificando le probabili spese processuali in migliaia di euro.

Per concludere, sicuramente il dibattito accesosi sull’uso di immagini del catalogo OLAF della SIAE da parte degli editori permette di aprire ad una più ampia valutazione sullo sfruttamento delle immagini in generale.

Sicuramente le finalità di utilizzo – quantomeno quelle dichiarate- permettono di mantenere una differenziazione di fondo sulle quantificazioni, ma, considerate le variegate modalità di calcolo delle tariffe sullo sfruttamento, forse sarebbe opportuno fermarsi ed effettuare una valutazione più ampia sulle immagini e sul loro sfruttamento.

Si può giustificare come “diritto di cronaca” l’utilizzo di immagini di opere d’arte in un articolo su una mostra in particolare, ma viene da domandarsi: quanto l’utente medio clicca sull’articolo e si sofferma per le immagini e quanto invece per il contenuto? È l’immagine che cattura l’attenzione dell’utente o l’interesse nell’approfondimento del testo?

Nello sfruttamento commerciale delle immagini, è veramente necessario pagare sei mesi di diritti un’immagine che viene utilizzata con paid media per una settimana? È appropriato pagare sei mesi di diritti di immagine per una foto organica sui social media quando il post non è più visualizzabile (se non tramite ricerca specifica e prolungata) dopo due settimane, perché un’azienda pubblica mediamente dai 3 ai 9 post al giorno?

È corretto che un soggetto terzo si faccia promotore di una ricerca – spesso tramite AI – di immagini per contestare eventuali violazioni di diritti di sfruttamento e chiedere cifre astronomiche?


ENGLISH TRANSLATION

Images - SIAE - Exploitation Rights

This is an image taken from the IG account of Repubblica today:



In reading and investigating this issue, I posed a question to myself: in a world increasingly represented by images and through images, is it perhaps time to regulate the exploitation of image rights differently? Surely it is interesting to seek an answer to this question, starting from a particular perspective, the use of images (from the OLAF SIAE catalog) by news organizations. Starting from 2022, SIAE has begun to interpret Articles 65 and 70 of the Copyright Law (L. 633/1941) differently, believing to be entitled to request compensation for the publication, by art magazines also available online, of images of artworks contextualized in their articles because their content - in digital format - remains accessible beyond the times of the events reviewed and would therefore lose the requirements of timeliness.

 

In an interview with Arttribune, dated March 19, 2024, Stefania Caponetti explained: "There is no 'deep' sense, as in hidden, it's the application of laws that are not born to penalize newspapers but to protect artists. The copyright law, in the formulation of Article 65, does not provide quantitative indications, but offers elements from which to derive an interpretative line that suggests the use of a limited number of images. It says, in fact, that 'reproduction [...] is allowed for the exercise of the right to report and within the limits of the informative purpose'. The word 'limits' used by the legislator in relation to the informative purpose suggests a reasonable containment in the use of protected works, limited to the exercise of the right to report and the circulation of information. The liberalized use is therefore that 'functional' to inform about a current event. News or current affairs articles are usually short, and do not require a rich photographic accompaniment, which, on the contrary, can be useful for articles of higher complexity, which take on the connotation of real 'essays' or 'studies'. (source: https://www.artribune.com/editoria/2024/03/intervista-stefania-caponetti-siae/).

This approach has led SIAE to ask magazines, newspapers, and periodicals, also available online, for payment of reproduction rights ranging from 580 to 1,800 euros per single issue.

On the contrary, "so far, it was enough to appeal to the right to report, meticulously accompany each image with kilometric captions, just to report every possible photographic credit, every kind concession from the author of the shot, the author of the work, the institutions that exhibited it." (source: https://www.italiaoggi.it/news/la-siae-dopo-aver-preso-di-mira-le-gallerie-d-arte-se-la-prende-adesso-anche-con-le-riviste-d-arte-2571752 - p. 12 of 29.07.2022).

On this theme, Senator Nencini (PSI), with Interrogation with written answer no. 4/07286 (July 20, 2022) to the Ministry of Economy and Finance, explained: "[...] it emerged that the company [SIAE, ed.] would have asked companies operating in the art publishing sector for payment, however not quantified monetarily, for reproduction rights for works by authors published alongside reviews of their respective exhibitions;

the images, for which reproduction rights were requested, had been provided to the companies by their press offices with the precise purpose of journalistic dissemination;

in the face of challenges by companies asserting their right to report, SIAE justified the request, arguing that since the publication is for sale on the site also in digital mode, it remains accessible beyond the times of the events reviewed and would therefore lose the requirements of timeliness;

proposals for payment were also sent by SIAE to some advertisers of the magazine for the publication of works by artists registered with the same society, for amounts ranging from 580 to 1,800 euros per single issue;

'penalties' were calculated already during the first request and a 400 percent surcharge was added for the digital version;

in the same letter initially presented as a 'proposal', there would be a peremptory demand to comply with payment within one week from the date of receipt;

the tones and manners used by the company were, according to companies in the sector, intimidating, offensive, including criminal threats;

considering that, according to what is known to the questioner:

the requests for payment of copyright by SIAE as just described, do not appear to have been previously received;

such behavior exhibited by the SIAE agency could jeopardize the continuation of the activities of many companies in the sector, effectively risking to bring them to closure,

it is asked whether the Minister in office does not consider delving into the reasons and validity of the requests made by the SIAE company towards companies operating in the art publishing sector." (Source: https://aic.camera.it/aic/scheda.html?core=aic&numero=4/00629&ramo=S&leg=18)

On this interrogation SIAE wanted to "underline that Siae must increasingly deal with a shameless use of works belonging to the repertoire under consideration. And more and more frequently, Siae is forced to witness initiatives of clearly commercial nature (including advertising purpose) for which the right of journalistic dissemination is instrumentally and erroneously invoked, which instead has quite different characteristics, all sanctioned by the copyright law and not existing in the cases under discussion".

It also replied stating that it acts "on the basis of a specific tariff set by the rights holders which is constantly available on the institutional website of SIAE itself". SIAE clarifies, therefore, that "it is therefore to be absolutely excluded that requests not quantified monetarily or (worse) 400 percent surcharges for the presence of reproductions in digital version of works belonging to the figurative arts (or catalogs or advertising exhibitions) have been sent".

"Likewise, it is to be excluded that SIAE imposes immediate penalties in case of delay in payment of copyright, although such payment must be legally considered expired at the very moment of use. In such a framework, SIAE must also absolutely reject the circumstance that its offices may have used 'intimidating, offensive, including criminal threats' tones".

SIAE also stated "it must increasingly deal with a shameless use of works belonging to the repertoire under consideration. And more and more frequently, SIAE is forced to witness initiatives of clearly commercial nature (including advertising purpose) for which the right of journalistic dissemination is instrumentally and erroneously invoked, which instead has quite different characteristics, all sanctioned by the copyright law and not existing in the cases under discussion. Proof of this is, in fact, that in the cases that have given rise to the controversies apparently taken up by Senator Nencini's statements, the companies involved had actually agreed among themselves, and in writing, which of them had the duty to pay the copyright (sacrosanct) to SIAE".

These are therefore clearly instrumentalized cases that SIAE is able to documentally deny, overturning any malicious interpretation. In conclusion, SIAE believes to be in the right, because it is always and only driven by the sole objective of guaranteeing the due recognition of copyright in favor of those who, of art, 'live'." (source: https://notiziario.uspi.it/editoria-dellarte-siae-replica-sui-diritti-richiesti-per-le-immagini/)

Consistently with its own stance, SIAE has persisted in demanding payment for exploitation rights. As an example, SIAE served a writ of payment to AW ArtMag to obtain payment for sums – according to SIAE – owed for the commercial use, as highlighted above, of images of artworks.

AW ArtMag opposed the writ, and with judgment no. 633/2023, the Justice of the Peace of Lucca ruled in its favor: "It appears that the conduct carried out by the plaintiff does not constitute a violation of the reproduction right of artworks, given that it is not the actual user of the artworks and has not benefited from them."

"AW ArtMag is an art magazine that reviews national exhibitions and events. Therefore, it is a work of intellect and thus protected by Article 1 of the Copyright Law."

"Moreover, the replication of the work for the format cannot serve reproduction purposes."

However, to date, this judgment is the only one of its kind. SIAE maintains its interpretation of Articles 65 and 70 of the Copyright Law and asks media outlets to proceed with requests, obtain authorization, and pay fees for image use.

"For example, to accompany the review of the current exhibition of Giorgio Morandi at Palazzo Reale in Milan, only one photograph is free. As if the restriction were not already a detriment to thorough cultural dissemination, authorization must still be requested even for the free image. The response typically arrives after 15 to 30 days – timeframes entirely incompatible with the need to align information with current events." (source: https://www.awartmag.com/it/articolo/editoriale/bandiera-bianca-non-ci-pensiamo-proprio-luragano-siae-mette-ginocchio-lintero)

Just recently, the president of SIAE, Salvatore Nastasi, made a statement that further inflamed tensions. He, from his perspective, made an important concession by broadening the concept of "limits of informative purpose" and stating that SIAE would be willing to grant publications "Four free images for every news article, in print or online."

There are two main objections to SIAE. On one hand, publishers contest SIAE's interpretation of the Copyright Law and strongly assert that the right to news reporting and information supersedes copyright, ensuring free use of images for editorial exploitation. On the other hand, the inherent timing associated with the request and subsequent authorization for use is contested.

These two issues are crucial not only in the realm of information but in all areas where image usage is desired.

Certainly, the significant uncertainty regarding whether and when authorization for use can be obtained and the amount to be paid once obtained creates apprehension in any creative field.

Fundamentally – today – publishers find themselves in the same position as any other commercial entity wishing to use images falling within SIAE's protected repertoire.

This circumstance could finally prompt a comprehensive reflection on the world of images. As mentioned earlier, we now live by images, both offline and online.

While the web and social media were once marginal, only a few had to concern themselves with the regulation, both economically and approval-wise, of image exploitation on platforms that tend to retain images indefinitely.

Today, dissemination occurs primarily online, and any information must be rapid, fast, intuitive, capable of capturing attention. And images are precisely that: an immediate, captivating method of communication, simple yet self-explanatory and capable of internalization. It's the best means to intimately communicate with anyone. Everyone sees the image, but each viewer draws their own personal interpretation.

And the power of images is undeniable. Just these days, an image "All Eyes on Rafah" created with AI, is breaking every sharing record. One image, hundreds of meanings, millions of shares.

SIAE has simply recognized the power of the images in its OLAF catalog and wants to fully exploit their potential.

Calculators have long existed to quantify image exploitation rights:

1) In Germany (https://bvpa.org/mfm/)

While the creation of calculators for the economic exploitation of images makes perfect sense, new ways of monetizing images are emerging: perhaps still little known, but companies that proceed with online image detection followed by sending of infringement letters to websites or social media of individuals or companies using images without authorization are multiplying rapidly.

For instance:

Against this practice, AGCOM has already issued Provision no. 30304 Ps12170 - Avv. Fechner - Photoclaim - Compensation for Damages for Online Photographs.

AGCOM determined, in the case at hand, the violation of articles 20 paragraph 2, 24, and 25 of the Consumer Code "as [the conduct was to be considered] contrary to professional diligence and likely to considerably limit the freedom of choice of Italian micro-enterprises receiving requests for payment for alleged online copyright violations of photographs."

The conduct consisted of sending, on behalf of Photoclaim, pressing payment requests to Italian micro-enterprises for alleged online copyright violations, while simultaneously proposing adherence to a settlement offer containing particularly burdensome clauses. These communications also represented that, in case of non-adherence to the proposal, micro-enterprises would be sued before German courts with presumably much higher costs, estimating probable legal expenses in thousands of euros.

In conclusion, the debate sparked over the use of images from SIAE's OLAF catalog by publishers allows for a broader evaluation of image exploitation in general.

Certainly, the declared purposes of use allow for a fundamental differentiation in quantifications, but given the varied methods of calculating exploitation fees, perhaps it would be advisable to pause and conduct a broader assessment of images and their exploitation.

Can the use of images of artworks in an article about a particular exhibition be justified as "news reporting"? But one must wonder: how much does the average user click on the article and linger for the images, and how much for the content? Is it the image that captures the user's attention, or the interest in delving into the text?

In the commercial exploitation of images, is it truly necessary to pay six months' worth of rights for an image used in paid media for just one week? Is it appropriate to pay six months' worth of image rights for an organic photo on social media when the post becomes virtually invisible (except through specific and prolonged searches) after two weeks, considering that a company typically publishes between 3 to 9 posts per day?

Is it fair for a third party to instigate a search—often through AI—for images to contest potential rights infringement and demand astronomical sums?



143 visualizzazioni0 commenti

Comments


bottom of page